STAGIONE LIRICA INVERNALE 1913.
CENTENARIO VERDIANO


http://www.lacasadellamusica.it/cronologia/1913_invernale.htm


DON CARLO

(di Joseph Mery e Camille Du Locle) Musica di Giuseppe Verdi


Rappresentazioni: 5 Ottobre 1913


Interpreti: Angelo Masini Pieralli (Filippo II); Amedeo Bassi (Don Carlo);   Giuseppe Danise (Rodrigo); Ernesto Benasso Liani (Il Grande Inquisitore); Amleto Galli (Un Frate); Giannina Russ (Elisabetta di Valois); Elena De Cisneros (La Principessa Eboli); Rosina Gronchi (Tebaldo); N.N. (La Contessa d'Aremberg); Giuseppe Ansaldi (Il Conte di Lerma); Palmiro Domenichetti (Un Araldo).


Maestro Direttore: Cleofonte Campanini. Regista: Carlo Ragni. Maestro del coro: Ferruccio Cusinati ed Eraclio Gerbella. 


Scene: Gheduzzi.


Costumi: Chiappa.


Impresa: Comitato per il Centenario Verdiano Direz. Amm.va Avv. Mario Ferrarini.


Altri interpreti: Orchestra e Coro del Teatro Regio di Parma.


Note sulle rappresentazioni: 

Il "Don Carlo" fu rappresentato una sola volta, dopo alcuni rinvii, a causa di una lunga indisposizione di Titta Ruffo, sostituito poi dal giovanne Giuseppe Danise. Il celebre baritono era comunque presente a Parma anche se la noiosa tracheite lo costrinse lontano dalle scene . Titta Ruffo era caro al pubblico di Parma poichè l'aveva visto muovere i primi passi della sua gloriosa carriera durante la stagione del carnevale 1899/1900.






La Traviata

musica di Giuseppe Verdi
libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio


Melodramma in tre atti


Prima
Venezia, Teatro La Fenice, 6 marzo 1853 

Personaggi
Violetta Valéry (soprano); 
Flora Bervoix, sua amica (mezzosoprano); 
Annina, cameriera di Violetta (soprano); 
Alfredo Germont (tenore); 
Giorgio Germont, suo padre (baritono); 
Gastone, visconte di Letorières (tenore); 
il barone Douphol, protettore di Violetta (baritono); 
il marchese D’Obigny, amico di Flora (basso); 
il dottor Grenvil (basso); 
Giuseppe, servo di Violetta (tenore); un domestico di Flora (basso); un commissionario (basso); signore e signori amici di Violetta e Flora, mattadori, piccadori, zingare, servi di Violetta e di Flora, maschere


Trama

Atto I. A Parigi, a metà Ottocento, c’è una gran festa a casa di Violetta Valéry, una mondana famosa: così ella soffoca l'angoscia, perché sa che la sua salute è minata. Gastone presenta alla donna il suo amico Alfredo, che egli già ama. L'attenzione dimostrata da Violetta per il nuovo arrivato disturba Duphol, il suo amante abituale. Mentre Violetta e Alfredo ballano, egli le dichiara il suo amore e Violetta gli regala una camelia: rivedrà Alfredo solo quando sarà appassita. Alla fine Violetta è costretta ad ammettere di essersi innamorata per la prima volta.

Atto II. Alfredo e Violetta vivono felici in una villa fuori città. Quando l'uomo sa da Annina che Violetta è costretta a vendere i suoi gioielli per sopravvivere, va a Parigi per correre ai ripari. Flora, invita Violetta a una festa, ma la ragazza rimane in casa, dove riceve Giorgio Germont. Egli l'accusa di aver portato il figlio alla miseria, ma Violetta nega, e afferma di non avere mai chiesto nulla ad Alfredo. Giorgio non rinuncia a separare i due amanti. Infatti lo provocato dal legame tra i due impedisce le nozze dell’altra figlia. La donna sceglie per il bene del suo innamorato: abbandona Alfredo, che è invece in preda alla gelosia. Violetta riappare a una festa in compagnia di Duphol, che vorrebbe sfidare a duello Germont; Violetta chiede ad Alfredo di andarsene, ma egli vorrebbe che lo seguisse. La ragazza, per non raccontare il colloquio avuto con il padre, dice di avere giurato a Duphol di non incontrarlo. Alfredo è indignato e la insulta. Giorgio lo rimprovera per questo, ma non tradisce il segreto di Violetta.

Atto III. Il male di Violetta si è molto aggravato, tanto che la donna è costretta a letto. Giunge una lettera di Germont, che ha deciso di spiegare tutto al figlio. Alfredo, commosso, sta tornando da lei. Violetta è felice, ma ormai è allo stremo. Alla fine giunge Alfredo al suo capezzale, con il padre, profondamente pentito. Violetta spira davanti a loro, in un clima di profondo dolore. 

DANISE, Giuseppe

http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-danise_%28Dizionario_Biografico%29/

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986)


di Bianca Maria Antolini

DANISE, Giuseppe. - Nato a Napoli l'11 genn. 1883 da Enrico e da Pasqualina Capaldo. Iniziò gli studi di canto sotto la guida di L. Colonnese, continuandoli al conservatorio S. Pietro a Maiella con A. Petillo. Dotato di una bella voce baritonale, egli debuttò a Catania nel 1906 in Cavalleria rusticana di P. Mascagni; negli anni successivi cantò in Russia (1910-11), a Siena e Trieste (1912), al teatro Regio di Torino e al teatro Massimo di Palermo (1913), al teatro Costanzi di Roma (1914-15), ai teatri Coliseo e Colón di Buenos Aires e Municipal di San Paolo (1915). Il successo ottenuto al teatro alla Scala di Milano nella stagione 1915-16, in cui sostenne fra l'altro il ruolo del protagonista nella prima rappresentazione italiana del Principe Igor di A. Borodin, lo inserì fra i migliori baritoni di quel periodo. Dopo aver cantato ancora alla Scala (1916-17) e al Costanzi (1917-18), fu scritturato dal Metropolitan di New York per la stagione 1920-21: vi debuttò come Amonasro nell'Aida di G. Verdi il 17 nov. 1920 e nella stessa stagione fu particolarmente ammirato nel ruolo di Gérard nell'Andrea Chénier di U. Giordano. Il D. rimase al Metropolitan fino al 1932; rientrato in Italia, cantò nel 1932-33 alla Scala e al Regio di Torino, e nel 1933-34 ancora alla Scala: qui, in una rappresentazione del Trovatore di G. Verdi, la sua voce cominciò a dare segni di stanchezza, e dopo breve tempo il D. si ritirò dalle scene stabilendosi definitivamente a New York e dedicandosi all'insegnamento. Sposò dopo il 1946 la soprano brasiliana Bidù Sayao.

Morì a New York il 4 genn. 1963.

Ebbe voce scura e piuttosto monocromatica: secondo G. Lauri Volpi "la risonanza claustrale della voce, se gli dava una austera solennità di canto, non escludeva una certa monotonia... Ma la sua linea melodica ineccepibile ne fa un esemplare modello di nobiltà artistica nella legatura dei registri e negli intendimenti interpretativi" (Voci parallele, p. 171). Queste qualità ne fecero un ideale interprete del repertorio verdiano, da Ernani e Battaglia di Legnano a Rigoletto (che incise anche, nel 1917, su dischi "La Voce del Padrone", risultando, secondo R. Celletti, "Il Rigoletto più completo che si possa ascoltare in disco"), Trovatore, Traviata, Ballo in maschera, Forza del destino, Aida, e gli consentirono di affrontare con successo anche il repertorio preverdiano, da G. Spontini (Fernando Cortez, Milano, teatro alla Scala, 1916, prima rappresentazione moderna), a G. Rossini (Il barbiere di Siviglia, Guglielmo Tell) e G. Donizetti (Don Pasquale, Lucia, Favorita). Ma il repertorio del D. non ebbe quasi limitazionì: cantò infatti in opere di G. Meyerbeer (Ugonotti, Africana),R. Wagner (Crepuscolo degli dei, Lohengrin: in quest'ultima opera fu particolarmente ammirato al Regio di Torino nel 1933), C. Gounod (Faust), E. Lalo (Le roi d'Is), J. Massenet (Hérodiade, Le roi de Lahore, Le jongleur de Notre-Dame), C. Franck (Les béatitudes), M. Mussorgskij (La fiera di Sorocinski), A.Ponchielli (Gioconda), A.Catalani (Loreley), G. Puccini (Tosca, Fanciulla del West), U.Giordano (Andrea Chénier, Siberia), P.Mascagni (Cavalleria rusticana, L'amico Fritz), R. Leoncavallo (Pagliacci, Zazà), F. Cilea (Adriana Lecouvreur), R. Zandonai (Francesca da Rimini), I.Montemezzi (Giovanni Gallurese, L'amore dei tre re), E. Wolf Ferrari (I gioielli della Madonna). Partecipò inoltre alle prime rappresentazioni de Una tragedia fiorentina di M. Mariotti (Roma, teatro Costanzi, 3 apr. 1915); Il macigno di V. De Sabata (Milano, teatro alla Scala, 31 marzo 1917); Maria di Magdala di V. Michetti (Roma, teatro Costanzi, 5 marzo 1918).

Fonti e Bibl.: B. Gigli, Mem., Milano 1957, pp. 147, 180, 193, 196, 223, 280, 299; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte, II, Cronol. completa degli spettacoli e dei concerti, a cura di G. Tintori, Milano 1964, pp. 73 s., 93 ss.; R. Celletti, Le grandi voci, Roma 1964, coll. 196 s.; I. Kolodin, The Metropolitan Opera. 1883-1966, New York 1968, pp. 72, 292, 295, 303, 312 s., 316, 319 s., 330, 337, 349, 359; E. De Mura, Enc. della canzone napoletana, II,Napoli 1969, p. 101; G. Lauri Volpi, Voci parallele, Bologna 1977, p. 171; V. Frajese, Dal Costanzi all'Opera, Roma 1978, III, pp. 92 s., 108, 110; IV, pp. 120 s., 129; Storia dell'opera, Torino 1977, III, 1, pp. 311, 411; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 237; Enc. dello Spett., IV,coll. 94 s.; Encicl. della musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 239.